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polo. Posson dimostrare la lor umiltà nella schiettezza delle domestiche vesti e la dignità nella pompa delle sacre. Quando son chiamati, secondo l’ordine, ad uffiziare avanti all’altare, non dovrebbero pel determinato numero di giorni partirsi dal recinto del tempio; nè soffrir dovrebbero, che passasse un sol giorno senza le preghiere ed il sacrifizio che son obbligati ad offerire per la prosperità dello Stato e degl’individui. L’esercizio delle sacre loro funzioni esige un’immacolata purità sì di mente che di corpo; ed anche allorchè son fuori del tempio, nelle occupazioni della vita comune, incombe loro l’obbligo di sorpassare in decenza e in virtù gli altri loro concittadini. Il Sacerdote degli Dei non dovrebbe mai vedersi ne’ teatri o nelle taverne. La sua conversazione dovrebbe esser casta, il suo cibo temperato, i suoi amici d’onesta riputazione; e se qualche volta si fa vedere nel Foro o nel Palazzo, non dovrebbe comparirvi che come avvocato di quelli che hanno chiesto in vano giustizia o pietà. I suoi studj dovrebbero esser coerenti alla santità della sua professione. Le novelle licenziose, le commedie e le satire dovrebbero esser bandite dalla sua libreria, che solo dovrebbe esser composta di scritti storici e filosofici; di storia fondata sulla verità, e di filosofia connessa con la religione. L’empie opinioni degli Epicurei e degli Scettici meritano il suo abborrimento e di-