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278 storia della decadenza

Questo pubblico fatto è descritto da Ambrogio1 Vescovo di Milano in una lettera all’Imperator Teodosio, che doveva provocare la severa critica degli Ebrei; dall’eloquente Crisostomo2, che poteva appellarsene alla memoria de’ più vecchi nella sua congregazione d’Antiochia, e da Gregorio Nazianzeno3, il quale pubblicò il suo ragguaglio del miracolo avanti che spirasse il medesimo anno. L’ultimo di questi Scrittori coraggiosamente ha dichiarato, che questo soprannaturale avvenimento non si contrastava neppure dagl’Infedeli; e per quanto strana sembrar possa tale asserzione, vien confermata dall’indubitabil testimonianza d’Ammiano Marcellino4. Il filosofo soldato che a-

  1. Ambrog. Tom. II. Epist. 40. p. 946. Edit. Bened. Egli compose questa lettera l’anno 388 per giustificare un Vescovo ch’era stato condannato dal Magistrato civile per aver bruciato una sinagoga.
  2. Grisostomo Tom. I. p. 580 adv. Judaeos et Gent. T. II. p. 574. de S. Babyla Edit. Montfaucon. Io ho seguitato la comune e naturale supposizione; ma il dotto Benedettino, che riferisce la composizione di questi sermoni all’an. 383, crede che non fosser mai pronunziati dal pulpito.
  3. Gregor. Nazianzeno Orat. IV. p. 110. 113. Το δε ουν περιβοητον πασι θαυμα και ουδε τοις αθεοις αυτοις απισουμενον λεχων ερχομαι. Intraprendo a narrare adunque tal prodigio noto a tutti, e neppure negato dagli stessi infedeli.
  4. Ammiano XXIII. 1. Cum itaque rei fortiter instaret Alypius, juvaretque Provinciae rector, metuendi globi flammarum prope fundamenta crebris assultibus erumpentes fecere locum exustis aliquoties operantibus inaccessum: hocque modo elemento destinatius repellente, cessavit inceptum. Warburton s’affatica d’estorcere (p. 60. 90.) una confessione del miracolo dalla bocca di Giuliano e di Libanio, e di servirsi della testimonianza d’un Rabbino, che visse nel XV Secolo. Tali prove non possono ammettersi che da un giudice ben favorevole.