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288 storia della decadenza

Confessore; i Cattolici ambivano la sua alleanza1; ed i Pagani, ch’eran suscettibili di vergogna o di rimorso, furon rattenuti dal replicare tali crudeltà infruttuose2. Giuliano risparmiò ad esso la vita; ma se il Vescovo d’Aretusa avea salvato l’infanzia di Giuliano3, la posterità dovrà condannare l’ingratitudine piuttosto che lodar la clemenza dell’Imperatore.

Alla distanza di cinque miglia d’Antiochia i Re Macedoni della Siria avean consacrato ad Apollo uno de’ più eleganti luoghi di devozione nel Mondo Pagano4. Vi sorgeva un magnifico tempio in onore del

  1. Περιμαχητος: intorno a cui si contende; certatim eum sibi (Christiani) vindicant. In tal modo Lacroze e Volfio (ivi) hanno spiegato un vocabolo Greco, di cui non s’era capito il vero senso dagl’Interpreti antecedenti e neppure dal Le Clerc (Bibl. ant. et mod. Tom. III. p. 371). Contuttocciò il Tillemont in strana guisa tormentasi per capire (Mem. Eccl. Tom. VII. p. 1309) come Gregorio e Teodoreto potessero prender per santo un Vescovo Semi-arriano.
  2. Vedi il ragionevol consiglio di Sallustio (Gregorio Nazianzeno Orat. III. 90. 91). Libanio intercede in favore di un simile reo, per timore di trovar molti Marchi; pure conviene, che se Orione avea realmente nascosto i beni sacri, meritava d’esser condannato al gastigo di Marsia, cioè d’essere scorticato vivo. Ep. 730. p. 349, 351.
  3. Gregorio (Orat. III. p. 90), è persuaso, che salvando l’Apostata, Marco avea meritato molto peggio di quello che aveva sofferto.
  4. Il bosco ed il tempio di Dafne son descritti da Strabone (l. XVI. p. 1089, 1090 ed. Amstel. 1707), da Libanio (Naenia p. 185. 188. Antioch. Orat. XI. p. 380, 581. ec.) e da Sozomeno (l. v. c. 19). Wesseling (Itin. p. 581), e Casaubono (ad Hist. Aug. p. 64) illustrano questo curioso soggetto.