Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/291

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dell'impero romano cap. xxiii 287

armi più efficaci di quelle della persuasione1. I Magistrati richiesero l’intera valuta del tempio, che era stato distratto dall’intollerante suo zelo; ma essendo convinti della sua povertà, bramavano sol di piegar l’inflessibile animo di lui alla promessa di una tenuissima compensazione. Essi presero il vecchio Prelato, crudelmente lo flagellarono, gli strapparono la barba, e nudato il suo corpo ed unto di mele, lo sospesero in una rete fra il cielo e la terra, esponendolo alle punture degl’insetti ed a’ raggi d’un sole di Siria2. Da quell’alto luogo, Marco persistè sempre a gloriarsi del suo delitto, e ad insultar l’impotente rabbia de’ suoi persecutori. Finalmente fu liberato dalle lor mani, e mandato a godere l’onore del suo divino trionfo. Gli Arriani celebravano la virtù del pio lor

    rità del quale, divenuta vassalla di Roma, non era anche estinta nel regno di Vespasiano. Vedi Danville Carte, e geogr. antic. Tom. II p. 134. Wesseling. Itinerar. p. 188 e Noris Epoch. Syro Maced. p. 80, 481, 482.

  1. Sozomeno l. V. c. 10. Fa maraviglia che Gregorio e Teodoreto abbian soppresso una circostanza, che, a’ loro occhj, doveva far crescer di pregio il religioso merito del Confessore.
  2. I patimenti e la costanza di Marco, che Gregorio ha sì tragicamente rappresentato (Orat. III. p. 88-91) si confermano dall’indubitabile e forzata testimonianza di Libanio. Μάρκος ἐκεῖνος κρεμάμενος καὶ μαστιγούμενος, καὶ τοῦ πώγωνος αὐτῷ τιλλομένου, πάντα ἐνεγκών ἀνδρείως νῦν ἰσόθεός ἐστι ταῖς τιμαῖς, κᾂν φανῆ που περιμάχητος εὐθύς; quel Marco essendo stato sospeso e battuto, ed essendogli stata svelta la barba, fortemente avendo tutto sofferto, adesso è onorato come un Dio, e dovunque si trovi, con ardore si combatte pel favore di lui. Epist. 730. p. 350. 351. Ed. Wolf. Amstel. 1713.