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296 storia della decadenza

commissione o impiego di provvedere il lardo per l’esercito. Il suo uffizio era basso, ma ei lo rendè infame. Accumulò ricchezze colle arti più vili della frode e della corruzione; e furono così notori i suoi inganni, che Giorgio fu costretto a fuggire dalle ricerche della giustizia. Dopo questa disgrazia, nella quale sembra che salvasse la sua ricchezza a spese dell’onore, abbracciò con reale od affettato zelo la professione dell’Arrianismo. Per amore, o per ostentazion di dottrina, raccolse una stimabile libreria d’istoria, di rettorica, di filosofia e di teologia1, e la scelta del partito, che prevaleva, promosse al posto d’Atanasio Giorgio di Cappadocia. L’ingresso del nuovo Arcivescovo fu quello d’un barbaro conquistatore; ed ogni momento del suo regno fu contaminato dalla crudeltà e dall’avarizia. I Cattolici d’Alessandria e dell’Egitto restarono abbandonati ad un tiranno, inclinato per natura e per educazione ad esercitar l’uffizio di persecutore; ma egli oppresse con mano imparziale tutti i varj abitanti della sua estesa Diocesi. Il Primate dell’Egitto assunse la pompa e l’insolenza dell’alto suo posto; ma sempre fece conoscere i vizj della sua bassa e servil estrazione. S’impoverirono i mercanti

  1. Dopo l’uccisione di Giorgio, l’Imperator Giuliano più volte ordinò, che se ne conservasse la libreria per uso suo, e che si torturassero gli schiavi, che potessero esser sospetti d’aver occultato qualche libro. Ei loda il merito della collezione, da cui avea prese in prestito e trascritte molte opere, quando faceva i suoi studi in Cappadocia. Avrebbe in vero desiderato, che perissero le opere de’ Galilei; ma richiese un esatto conto anche di quei Teologici Volumi, affinchè non si perdesser con essi altri pregevoli trattati. Juliano Epist. IX. XXXIV.