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324 storia della decadenza

nato quasi tutto Cristiano, che ricevè con fredde e formali dimostrazioni di rispetto l’eloquente discorso dell’Apostolo del Paganesimo. Il figlio d’uno de’ più illustri cittadini di Berea, che per interesse o per coscienza aveva abbracciato la religione dell’Imperatore, fu diseredato dall’irato suo genitore. Sì il padre che il figlio furono invitati alla mensa Imperiale. Giuliano, postosi in mezzo fra loro, procurò, ma inutilmente, d’inculcare insegnamenti ed esempi di tolleranza; soffrì con affettata tranquillità l’indiscreto zelo del vecchio Cristiano, che parve dimenticare i sentimenti della natura ed il dovere di suddito; e finalmente rivolto all’afflitto giovine: „giacchè avete perduto un padre (gli disse) per mia cagione, a me tocca il supplire in sua vece„1. L’Imperatore fu accolto in un modo assai più conforme ai suoi desiderj a Batne, piccola città deliziosamente situata in un bosco di cipressi, distante circa venti miglia dalla città di Gerapoli. Gli abitanti di Batne, che sembravano attaccati al culto di Apollo e di Giove, loro tutelari Divinità, decentemente prepararono i riti solenni del sacrifizio; ma rimase offesa la seria devozione di Giuliano, dal tumulto del loro applauso, e troppo chiaramente si accorse che il fumo, che alzavasi dai loro altari, era piuttosto un incenso d’adulazione che di pietà. Non esisteva più l’antico e magnifico tempio, che aveva per tanti secoli santificato la città di Gerapoli2; e

  1. Giuliano allude a quest’accidente nell’Epist. 27, che più distintamente viene riferito da Teodoreto (l. III. c 2.). Applaudisce allo spirito intollerante del padre il Tillemont (Hist. des Emp. Tom. IV. p. 534), ed anche la Bleterie (Vit. di Giuliano p. 413).
  2. Vedi il curioso trattato de Dea Syria inserito fra le