Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/329

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dell'impero romano cap. xxiv. 325

forse i beni sacri, che somministravano un abbondante mantenimento a più di trecento Sacerdoti, ne accelerarono la rovina. Giuliano però ebbe la soddisfazione di abbracciare un filosofo ed un amico, la religiosa fermezza del quale avea resistito alle pressanti e replicate sollecitazioni di Costanzo e di Gallo, tutte le volte che que’ Principi nel passar da Gerapoli aveano preso alloggio nella sua casa. Tanto nella confusione de’ militari apparecchi, quanto nella tranquilla confidenza d’una famigliare amicizia, sembra che lo zelo di Giuliano fosse vivo ed uniforme. Aveva egli allora intrapreso un’importante e difficile guerra; e l’incertezza dell’evento lo rendea sempre più attento nell’osservare e notare i più minuti presagi, da’ quali secondo le regole della divinazione potesse trarsi qualche cognizion del futuro1; nè lasciò d’informar Libanio del suo avanzarsi fino a Gerapoli, con una elegante lettera2 che spiega la felicità del suo ingegno e la tenera amicizia che aveva pel Sofista Antiocheno.

Si era destinata Gerapoli, posta quasi sulle rive dell’Eufrate3, per la generale riunione delle truppe

    opere di Luciano (Tom. III. p. 451-490. Edit. Reitz.). La singolare denominazione di Ninus vetus (Ammiano XIV. 8) potrebbe far sospettare, che Jerapoli fosse stata la sede reale dell’Assiria.

  1. Giuliano (Epist. 28) tenne un esatto conto di tutti gli augurj fortunati, ma soppresse gl’infelici, che sono diligentemente rammentati da Ammiano (XXIII. 2).
  2. Juliano Epist. XXVII. p. 399-402.
  3. Io prendo la prima occasione che mi si presenta di confessare le mie obbligazioni verso il Danville per la recente sua geografia dell’Eufrate e del Tigri (Par. 1780. in 4.) che particolarmente illustra la spedizione di Giuliano.