Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/24

Da Wikisource.
18 storia della decadenza

una sentenza più moderata: hanno insegnato alcuni Doceti, che Gesù Cristo non fosse già un fantasma, ma bensì vestisse un corpo impassibile ed incorruttibile. Tal è diffatto nel più ortodosso sistema quel corpo ch’egli possede dopo la Risurrezione, e tale è quello che debbe aver posseduto sempre per essere atto a penetrare senza ostacolo e senza offesa una materia intermedia. Dotato delle proprietà più essenziali della carne dovea quel corpo andar esente dagli attributi e dalle infermità di questa: un feto che da un punto invisibile passasse all’intera maturità, un bambino che giugnesse alla statura d’uom fatto senza trar nodrimento alcuno dalle sorgenti ordinarie, potrebbe continuare a vivere senza riparare col cibo giornaliero le perdite giornaliere; potea dunque Gesù partecipare alla mensa de’ suoi Discepoli senza provar fame o sete, nè poi la virginale sua purità ricevette macchia giammai dai movimenti involontari della concupiscenza. Se si chiedeva in quai modi, e di qual materia avesse potuto essere primitivamente formato un corpo d’una costituzione tanto singolare, rispondevano i Gnostici ed altri Settari, che la forma e la sostanza provenivano dall’Essenza divina; risposta che fa stupore alla nostra teologia più ragionevole, e che non era già particolare di loro soli. L’idea dello spirito puro ed assoluto è un sottile concetto della moderna filosofia. Dall’Essenza spirituale, alle anime umane, agli Esseri celesti, e a Dio medesimo attribuita dagli antichi, non resta esclusa la nozione d’uno spazio esteso, e la fantasia loro s’appigliava all’idea d’una natura, simile all’aria, al fuoco, all’etere, sostanze incomparabilmente più perfette che i grossolani materiali del nostro Universo.