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storia della decadenza |
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to1. Gli Ebrei, a poco a poco spogliati delle loro immunità, furono obbligati da una legge tirannica a celebrare la Pasqua nel giorno medesimo dei Cristiani2. Ebbero motivo di lagnarsene con più ragione, poichè i Cattolici stessi non andavan d’accordo sui calcoli astronomici del sovrano. Erano avvezzi gli abitanti di Costantinopoli a cominciare la quaresima una settimana dopo l’epoca determinata dall’Imperatore, e quindi avevano il piacere di digiunar sette giorni, nei quali per ordine dell’Imperatore eran pieni di carne i mercati. I Samaritani della Palestina3 formavano una razza bastarda, una Setta equivoca; i Pagani li trattavano da Giudei, i Giudei da Scismatici, e i Cristiani da Idolatri. La croce che da quelli si risguardava come una abbominazione stava già piantata sopra la santa montagna di Gari-
- ↑ Teofane (Chronique p. 153). Da Giovanni il Monofisita, Vescovo asiatico, ci è data una delle più autentiche testimonianze che aver si possano in questo proposito, poichè impiegato all’uopo dall’Imperatore (Assemani, Bibl. orient. t. II, pag. 85).
- ↑ Si confronti Procopio (Hist. Arcan. c. 28 e le note d’Alemanno), con Teofane (Chron. p. 190). Il Concilio di Nicea aveva commessa al Patriarca, o piuttosto agli astronomi d’Alessandria, l’annua pubblicazione della Pasqua; ed ancora oggi noi leggiamo, o piuttosto non leggiamo mai, le lettere Pasquali di S. Cirillo, di cui ne rimane un buon numero. Dopo il regno del Monofisismo in Egitto, furono i Cattolici assai impacciati da un pregiudizio tanto irragionevole, quanto quello per cui i Protestanti non han voluto per lungo tempo accettare lo stile Gregoriano.
- ↑ Vedi su la Religione e la storia dei Samaritani, l’Histoire des Juifs, del Basnagio, opera dotta e imparziale.