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rive del Boristene, del Volga o del Selinga ci presenteranno ugualmente l’istesso uniforme spettacolo di simili nativi costumi1.

I. Il grano od anche il riso, che forma l’ordinario e sano cibo dei popoli culti non si può ottenere che mediante il paziente travaglio dell’agricoltore. Alcuni fortunati selvaggi, che abitano fra i Tropici, sono abbondantemente nutriti dalla liberalità della natura; ma nei climi Settentrionali una nazione di pastori è ridotta ai soli suoi greggi ed armenti. Gli abili professori dell’arte medica determineranno (seppure sono in grado di farlo) quanta influenza può aver l’uso del cibo animale o vegetabile sull’indole dello spirito umano, e se l’associazione, che si fa comunemente, di carnivoro e di crudele, meriti d’esser considerata in altro aspetto, che in quello di un innocente e forse salutar pregiudizio d’umanità2. Pure se è vero che

    vono l’uniforme loro vita, il Kan di Kowaresm Abulgazi Bahadur esprime i naturali suoi sentimenti; e la sua storia genealogica dei Tartari è stata copiosamente illustrata dagli editori Francesi e Inglesi. Carpin, Ascelin e Rubruquis (nell’Istor. dei viaggi Tom. VII.) rappresentano i Mogolli del secolo XIV. A queste guide ho aggiunto Gerbillon, e gli altri Gesuiti (Descript. de la Chine par du Halde Tom. IV.) che hanno esattamente osservato la Tartaria Chinese, e l’onesto ed intelligente viaggiatore Bell d’Antermony (2. Vol. in 4. Glasg. 1763).

  1. Gli Usbecchi son quelli che più si sono allontanati dai lor primitivi costumi 1. per causa della religion Maomettana che professano, 2. per il possesso che hanno delle città e delle raccolte della gran Bucaria.
  2. Il est certain, que, les grands mangeurs de viande sont en général cruels et féroces plus que les autres hommes. Cette observation est de tous les lieux et de tous les