Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/207

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dell'impero romano cap. xxvi. 203

l’Europa. La potenza dei Sienpi, loro implacabili nemici, che s’estendeva più di tremila miglia da Levante a Ponente1, doveva gradatamente opprimerli col peso e col terrore d’una formidabil vicinanza; e la fuga delle tribù della Scizia doveva tendere inevitabilmente ad accrescere la forza, o a restringere i territori degli Unni. I difficili ed oscuri nomi di quelle tribù offenderebber l’orecchio senza illuminar l’intelletto del lettore; ma io non posso tacere il sospetto assai naturale, che gli Unni del Nord traessero un rinforzo considerabile dalla rovina della dinastia del Sud, la quale nel corso del terzo secolo si sottopose al dominio della China; che i guerrieri più prodi andassero in cerca dei liberi e fortunati lor nazionali: e che siccome s’eran divisi per la prosperità, così fossero facilmente riuniti dai comuni travagli della loro avversa fortuna2. Gli Unni co’ loro greggi ed armenti, colle loro mogli e figliuoli, coi loro dipendenti ed alleati si trasferirono all’occidental parte del Volga, ed arditamente avanzaronsi a invadere il

  1. Kang-Mou (Tom III. p. 447) attribuisce alle lor conquiste uno spazio di 14000 . Secondo la misura presente, 200 (o più esattamente 193) lì son uguali ad un grado di latitudine; e per conseguenza un miglio Inglese è maggiore di tre miglia della China. Ma vi sono forti ragioni di credere, che l’antico appena fosse la metà del moderno. Vedi l’elaborate ricerche del Danville, Geografo informato di qualunque tempo o clima del globo; Mem. de l’Academ. T. II. p. 125-502: Mesur. Itiner. p. 154-167.
  2. Vedi l’Istoria degli Unni Tom. II. p. 125-144. La successiva storia (p. 145-277) di tre o quattro Dinastie di Unni, prova evidentemente, che una lunga dimora nella China non servì a diminuire il loro spirito marziale.