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214 storia della decadenza

ed il principale Istorico di quel tempo asserisce con la maggior serietà, che i prodigiosi eserciti di Dario e di Serse, che si erano sì lungamente risguardati come favole della vana e credula antichità, allora furono giustificati agli occhi del Mondo dall’evidenza del fatto e dell’esperienza. Un probabile testimone ha determinato il numero dei soldati Goti a dugentomila uomini; e se vogliamo aggiungervi una dose proporzionata di donne, di fanciulli e di schiavi, tutta la massa del popolo, che componeva tal formidabile emigrazione, dovè montare a quasi un milione di persone di ambedue i sessi e di ogni età. I figli dei Goti, almeno quelli d’un grado distinto, furono separati dalla moltitudine. Essi vennero senza dilazione condotti a remoti luoghi, assegnati per la loro dimora ed educazione; e quando quel numeroso corpo di ostaggi o di schiavi passava per le città, il loro gaio e splendido abbigliamento, la robusta e marzial loro figura, eccitava la sorpresa e l’invidia dei Provinciali. Ma la stipulazione più offensiva pe’ Goti, e più importante pe’ Romani, vergognosamente fu elusa. I Barbari, che risguardavano le loro armi come insegne di onore e pegni di sicurezza, si disposero ad offerire per esse un prezzo, che la licenza o l’avarizia dei Ministri Imperiali fu facilmente tentata di accettare. I superbi guerrieri, ad oggetto di conservare le armi, acconsentirono con qualche ripugnanza a prostituire le mogli o le figlie; e le bellezze d’una vaga donzella o d’un piacevol fanciullo assicurarono la connivenza degl’Inspettori, che alle volte gettavano un occhio d’avidità sui frangiati tappeti o sulle vesti di lino dei nuovi loro alleati1, o che sacrificavano il

  1. Eunapio e Zosimo enumerano esattamente questi arti-