Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/35

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dell'impero romano cap. xxv. 31

vita, infiammar, le passioni dell’animo, guastar le opere della creazione, ed estorcere dai ripugnanti demoni i segreti del futuro. Credevano, con la più strana incoerenza, che questo soprannatural dominio dell’aria, della terra e dell’inferno si esercitasse pei bassi motivi di malizia o di lucro da grinzose vecchie, o da vagabondi stregoni, che passavano le oscure lor vite nella miseria e nel disprezzo1. Le arti della magia eran condannate ugualmente dalla pubblica opinione e dalle leggi di Roma; ma siccome tendevano a soddisfare le più imperiose passioni del cuore umano, così erano continuamente proscritte e continuamente praticate2. Una causa immaginaria è capace di produrre i più serj e dannosi effetti. Le oscure predizioni della morte d’un Imperatore o del buon successo d’una cospirazione non erano dirette che a stimolar le speranze dell’ambizione o a sciogliere i vincoli della fedeltà; ed il delitto, che in se stessa conteneva la magia, veniva aggravato dagli attuali reati del tradimento e del sacrilegio3. Questi vani terrori

  1. La Canidia d’Orazio (Carm. l. V. od. 5. con le illustrazioni di Dacier e di Sanadon) è una strega volgare. L’Erictone di Lucano (Pharsal. VI. 430-830.) è molesta e disgustosa, ma qualche volta sublime. Essa riprende la lentezza delle furie: e minaccia con tremenda oscurità di pronunziare i veri lor nomi, di scuoprire il vero infernale aspetto di Ecate, e d’invocar le segrete potestà che sono sotto l’inferno ec.
  2. Genus hominum potentibus infidum, sperantibus fallax, quod in civitate nostra et vetabitur semper et retinebitur: Tacit. Hist. I. 22. Vedi Agostin. i l. VIII. c. 19. ed il Cod. Teodos. l. IX. Tit. XXVI. col Comment. del Gotofredo.
  3. La persecuzione d’Antiochia fu cagionata da una col-