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378 storia della decadenza

rose sortite e d’una risoluta difesa; e con le inumane crudeltà, che esercitarono contro i Cristiani lor prigionieri, ottennero l’ultima consolazione dei disperati. Il prudente magistrato fece utili sforzi per istabilire una tregua, finattantochè la risposta di Teodosio determinasse il destino di Serapide. S’adunarono le due parti senz’armi nella piazza principale; e pubblicamente fu letto l’Imperiale rescritto. Ma quando si pronunziò contro gli idoli d’Alessandria una sentenza di distruzione, i Cristiani gettarono un grido di gioia e di giubilo, mentre gli infelici Pagani, al furore dei quali era succeduta la costernazione, si ritirarono in fretta e silenzio, e con la fuga ed oscurità loro delusero lo sdegno dei loro nemici. Teofilo passò a demolire il tempio di Serapide senz’altre difficoltà, che quelle ch’ei trovò nel peso e nella stabilità dei materiali; tali ostacoli però tanto riuscirono insuperabili, che fu costretto a lasciarvi i fondamenti; ed a contentarsi di ridur l’edifizio medesimo ad un mucchio di sassi, una parte dei quali poco tempo dopo si tolse per far luogo ad una Chiesa, che vi fu eretta in onore dei Martiri Cristiani. Fu saccheggiata o distrutta la ricca libreria di Alessandria; e circa vent’anni dopo, la vista degli scaffali voti eccitò il dispiacere e lo sdegno di uno spettatore, la mente del quale non era totalmente oscurata da religiosi pregiudizi1. Si potevano senza dubbio salvare dal naufragio dell’idolatria pel piacere e per l’istruzione dei posteri le composizioni degli antichi,

  1. Nos vidimus armaria librorum, quibus direptis, exinanita ea a nostris hominibus nostris temporibus memorant. Orosio l. VI. c. 15 p. 421. Edit. Haverc. Sembra che Orosio, quantunque pinzochero e controversista ne abbia rossore.