Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/395

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dell'impero romano cap. xxviii. 391

gli altari di Cristo, sui quali continuamente i Vescovi della città reale offerivano l’incruento sacrifizio1. La nuova capitale dell’Oriente, incapace di produrre alcun antico e domestico trofeo, fu arricchita delle spoglie delle dipendenti Province. I corpi di S. Andrea, di S. Luca, e di S. Timoteo quasi per trecent’anni avevan riposato in oscuri sepolcri, dai quali furono trasportati con solenne pompa alla chiesa degli Apostoli, che la magnificenza di Costantino aveva fondato sulle rive del Bosforo Tracio2. Circa cinquant’anni dopo le medesime rive onorate furono dalla presenza di Samuele, Profeta e Giudice del popolo Israelita. Le sue ceneri, depositate in un vaso d’oro e coperte d’un velo di seta, passarono dalle mani d’un Vescovo a quelle d’un altro. Si riceveron dal popolo le reliquie di Samuele con la medesima gioia e reverenza, che si sarebbe dimostrata al Profeta medesimo vivente; le pubbliche strade, dalla Palestina fino alle porte di Costantinopoli, eran occupate da una continua proces-

    n. 9. Io son debitore di questa citazione alla lettera pastorale di Benedetto XIV. in occasione del giubbileo del 1750. Vedi le piacevoli e curiose lettere di M. Chais Tom. 3.

  1. Male fecit ergo Romanus Episcopus? qui super mortuorum hominum, Petri et Pauli, secundum nos ossa veneranda. . . . . . offert Domino sacrificia, et tumulos eorum Christi arbitratur altaria. Girol. Tom. II. adv. Vigilant. p. 153.
  2. Girolamo (Tom. II. p. 122.) fa fede di tali traslazioni, che son trascurate dagli Istorici Ecclesiastici. La passione di S. Andrea a Patra vien descritta in una lettera dal Clero dell’Acaia, che il Baronio (Annal. Eccl. an. 60. n. 34.) desidera d’ammettere, e il Tillemont è costretto a rigettare. S. Andrea fu adottato per fondatore spirituale di Costantinopoli (Mem. Eccl. Tom. II. p. 317-325. 188-594).