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te; i loro corpi tuttavia marcati dall’impressione delle verghe e dalle cicatrici, lasciatevi da que’ tormenti che dati furono per sentenza del magistrato: questi sono (prosegue Eunapio) gli Dei che la terra produce ai nostri giorni; questi sono i martiri, gli arbitri supremi delle nostre suppliche e domande a Dio, le tombe dei quali vengono adesso consacrate come gli oggetti della venerazione del popolo„1. Senz’approvarne la malizia, egli è molto naturale il partecipare della sorpresa del Sofista, spettatore d’una rivoluzione che innalzò quelle oscure vittime della Romana legge, al grado di celesti ed invisibili protettori dell’Imperio Romano. Il grato rispetto, che avevano i Cristiani pei martiri della fede, fu elevato dal tempo e dalla vittoria ad una religiosa adorazione, ed i più illustri fra i Santi e Profeti furono meritamente associati agli onori dei martiri. Cento cinquant’anni dopo la gloriosa morte di S. Pietro e di S. Paolo, si distinsero il Vaticano e la via Ostiense pei sepolcri, o piuttosto pei trofei di quegli spirituali Eroi2. Nel secolo dopo la conversione di Costantino, gl’Imperatori, i Consoli, ed i Generali degli eserciti devotamente vigilavano i sepolcri di un facitor di tende e d’un pescatore3: e furon depositate le lor venerabili ossa sotto

  1. Vedi Eunapio nella vita del sofista Edesio; in quella d’Eustazio ei predice la rovina del Paganesimo, και τι μυθωδες και αειδες σκοτος τυραννησει τα επι γης καχλισα; E carte favolose, ed oscure tenebre domineranno la miglior parte della terra.
  2. Cajo (ap. Euseb. Hist. Eccl. l. II. c. 25.) Prete Romano, che visse al tempo di Zeffirino (an. 202-219.) è un antico testimone di questa superstiziosa costumanza.
  3. Chrysost. Quod Christus sit Deus. Tom. I. nov. Edit.