Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/405

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dell'impero romano cap. xxviii. 401

ma bisogna ingenuamente confessare, che i ministri della Chiesa Cattolica imitarono quel profano modello, ch’erano impazienti di distruggere. I Vescovi più rispettabili s’erano persuasi, che gl’ignoranti volgari più volentieri avrebbero rinunziato alla superstizione del Paganesimo, se avessero trovato qualche rassommiglianza o compensazione nel seno del Cristianesimo. La religione di Costantino terminò, in meno di un secolo, la definitiva conquista dell’Imperio Romano; ma i vincitori medesimi furono insensibilmente soggiogati dalle arti dei loro vinti rivali1.

    potrebbe ascriversi all’imitazione, dal Giappone al Messico. Warburton ha fatt’uso di quest’idea, ch’egli contorce per volerla rendere troppo generale ed assoluta (Div. Legaz. V. IV p. 126. ec.).

  1. L’imitazione del Paganesimo forma il soggetto di una piacevol lettera, che il Dot. Middleton scrisse da Roma. Le osservazioni di Warburton l’obbligarono ad unire (Vol. III. p. 120-152) l’istoria delle due religioni, ed a provare l’antichità della copia Cristiana.