Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/427

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plus infames cérémonies, et d’enseigner la perfidie, et les parjures?1. Attenzione miei Signori: Itacio fu sin d’allora ripreso da tutti i Santi, ai quali dispiacquero egualmente gli accusatori che i rei2, e fu ancora severamente punito per aver preso le parti di accusatore, contro il mansuetissimo spirito della Chiesa3, ed il carattere Episcopale, non tanto per zelo di Religione quanto per odio, e forse anche per interesse in un giudizio di morte. Il linguaggio adunque di S. Girolamo, che disapprova in quel luogo la condotta della fazione Itaciana non giustifica Priscilliano per verun conto; tanto più che in quel luogo medesimo siamo avvertiti da lui, che Priscilliano veniva accusato da alcuni come sostenitore dell’eresia delli Gnostici, e da altri difeso: parole, che dai nostri Avversarj prudentemente si omettono. Quindi è che noi dubiteremmo tuttora ciò che S. Girolamo abbia creduto di Priscilliano, se dopo qualche tempo non avesse scritto così a Ctesifonte = Priscillianus pars Manichaei, de turpitudine cujus te discipuli diligunt plurimum … soli cum solis clauduntur mulierculis, et illud inter coitum, amplexumque decantant4.

„Tum pater omnipotens, foecundis imbribus aether etc.... qui quidem partem habent Gnosticae haereseos de Basilidis impietate venientem etc. Quel

  1. Hieron. in Catalog. Script. N. CXXI.
  2. Sulp. L. 2. Hist. S. §. 50.
  3. Socrat. H. E. Lib. 7. C. 3. S. Leon. Ep. 15. Ediz. del Cacc. v. Hermant. V. de S. Ambroise L. 5. C. 4. e L. 7. C. 1.
  4. Epist. ad Ctesiph. adv. Pelag.