Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/201

Da Wikisource.

dell’impero romano cap. xxxi. 195

[A. 414] Le proteste d’Adolfo eran probabilmente sincere, ed il suo attacco alla causa della Repubblica fu assicurato dall’ascendente, che avea preso una Principessa Romana sul cuore e lo spirito del barbaro Re. Placidia1, figlia del gran Teodosio e di Galla sua seconda moglie, avea ricevuto un’educazione reale nel palazzo di Costantinopoli: ma la storia della sua vita, piena di avventure, è connessa con le rivoluzioni, che agitaron l’Impero occidentale sotto il regno d’Onorio, fratello di lei. Quando Roma fu investita la prima volta dalle armi d’Alarico, Placidia, che aveva allora l’età di circa venti anni, si trovava nella città; ed il pronto consenso, ch’essa prestò alla morte della cugina Serena, ha un’apparenza crudele ed ingrata, che secondo le circostanze dell’azione può aggravarsi o scusarsi dalla considerazione della sua tenera età2. I vittoriosi Barbari ritennero, o come in ostaggio o come prigioniera3, la sorella d’Onorio; ma nel mentre ch’ella era esposta all’obbrobrio di seguitar per l’Italia i movimenti d’un campo Gotico, fu però sempre trattata con decenza e rispetto. L’autorità di Giornandes, che loda la beltà di Placidia, può esser forse contrabbilanciata dall’espressivo silenzio de’ suoi adulatori: pure lo splendore della sua nascita, la freschezza della gioventù, l’eleganza delle maniere, e la de-

  1. Vedi un ragguaglio di Placidia appresso il Du Cange, Fam. Byz. p. 52, ed il Tillemont, Hist. des Emp. Tom. V. p. 260, 386, etc. Tom. VI. p. 240.
  2. Zosimo l. V. p. 350.
  3. Zosimo l. VI. p. 383. Sembra, che Orosio (lib. VII. c. 40, p. 576) e le croniche di Marcellino e d’Idazio suppongano che i Goti non conducessero via Placidia, che dopo l’ultimo assedio di Roma.