Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/239

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proposto nell’altra mia lettera, io dirò solo, che egli a norma dei saggi Canoni di Plutarco1 sostien piuttosto il carattere di Sofista, che quello di Storico, e ad onta delle sue belle proteste partecipa non solo alla sorpresa, ma eziandio alla malizia di Libanio, e di Eunapio.

Ed infatti affermando il Sig. Gibbon, che in quasi tutte le Province del Mondo Romano un esercito di fanatici SENZA AUTORITA’ invase i pacifici abitatori: che un piccol numero di tempj degl’idoli rimase difeso dalla distruttiva rabbia del fanatismo, e della rapina, diretta, o piuttosto mossa dai Regolatori spirituali della Chiesa; chi, non riconoscendo lo stile del pagano Sofista Libanio2, asterrebbesi dal giudicare, che i Vescovi e i Monaci capricciosamente, e con animo di ribelli recassero per tutto l’Impero stragi e ruine? L’asserir che talora il disfacimento dei templi si eseguì pel soverchio zelo dei Monaci, e degli Ecclesiastici3 senza l’autorità, od il comando dei Principi, sarebbe stata proposizione da Storico; ma il rendere odiosi tanti venerabili Vescovi ed illu-

  1. De Malignit. Herodot. p. 845. Xyland. Interp. Basil. 1570. Sophistis quidem concessum est... sententiam pejorem sumere defendendam. Non enim fidem validam faciunt de rebus, et plerumque non negant gaudere se absurdis, et incredibilibus probabilitatem conciliando: qui vero historiam scribit, debet quae VERA sit scribere: de incertis MELIORA videntur RECTIUS quam PEJORA prodi.
  2. Orat. pro Templis.
  3. Vedi il Gotofr., Comment. ad LL. 8 et ult. Cod. Theod. Tit. de Pagan. Quod NON SEMPER Principum auctoritate jussuve factum, verum etiam Ecclesiasticorum, Monacorumque zelo (altrove) impetu.