Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/246

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inciviltà un prudente lettore a consultare una leggenda di niuna fede, non disputandosi qui di eleganza di stile: o Sulpizio è uno Scrittore corretto ed originale, siccome avverte, e lo prova con i più forti argomenti, dopo Tillemont1, l’erudito Editore Veronese2 contro il Clerc; ed essendo così, mi si permetterà di asserir con Sulpizio da me consultato con qualche sorta di diligenza, che il S. Vescovo Turonese ricevette e grazie, ed onori grandissimi, e senza numero da Valentiniano I, non men che da Massimo, e dalla Imperatrice moglie di esso3, tanto era applaudita la sua condotta: che l’armi sue consuete erano le più fervorose orazioni4: che ora imperante Domino, ora divino nutu, ora virtute divina superò la resistenza dei Pagani nell’atterrare od incendiare i lor tempj5; e che = plerumque contradicentibus sibi rusticis, ne fana eorum destrueret, ita praedicatione sancta Gentilium animos mitigabat, ut luce eis veritatis ostensa IPSI sua templa subverterent6. Giudichi pure adesso il prudente Lettore, se Martino semper paupertatis

  1. T. X. M. E. Vie de S. Martin Art. 16.
  2. V. Hyeron, de Prato, Praef. ad Sever. Sulp. Edit. Veron. T. 1.
  3. Sulp. Sev., Dial. 2. p. 108, 109, ec. T. 1.
  4. Sulp. Sev., de Vit. B. Mart. pag. 19. Injuria repulsus ... secessit ad proxima loca, ibique per triduum cilicio tectus ac cinere jejunans semper, atque orans, ut virtus illud (templum) divina dirueret. pag. 21. = Quae erant illius familiaria... arma, solo prostratus oravit = pag. 23.Ubi vero auxilium crucis et orationis arma reperisset = Ad Euseb. Ep. p. 43. Recurrit ad nota praesidia... orationem diebus noctibusque perpetuat Dialog. 2. p. 11.
  5. Sulp. Sev. pag. 18, 20, 21. De V. S. Mart.
  6. Sulp., De V. B. Martini, p. 22.