Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/264

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res... quos votis similibus colitis ripetuta dal Sig. Gibbon è inconcludente, l’erudizione di Beausobre, e di Middleton1 inopportuna, e la risposta di S. Girolamo è senza replica. Quia quondam colebamus Idola, nunc Deum colere non debemus, ne simili eum videamur cum idolis honore venerare? Illud fiebat idolis, et idcirco detestandum est: hoc fit (Deo, ejusque) martyribus, et ideo recipiendum est2. Egli è pure un progetto del Sig. Gibbon, che si sarebbe forse potuto concedere ai vittoriosi Cristiani, che sufficientemente purificate le mura dei tempj coi sacri riti, il culto del vero Dio espiasse l’antico delitto dell’Idolatria. E ciò avvenne appunto rispetto a non pochi di quelli edifizj, come vedemmo, e ciò altresì in multis Gentilium superstitionibus contigit, ut earum usus sacris ritibus expiatos, et sacrosanctus redditus in Dei Ecclesiam laudabiliter introductus sit3; lo che si conferma colla riflessione del Grisostomo. Deus ob deceptorum salutem se coli passus est, per ea, per quae daemones illi ante coluerant, aliquanto in melius inflectens, ut eos paulatim a consuetudine reduceret, et ad altiorem Philosophiam perduceret4. Per accusar

  1. Molti altri hanno sfogato il loro veleno contro la Chiesa. Vedi Alberto Fabric. Bibliogr. antiq. Cap. 4. N. 6. etc.
  2. Adv. Vigilant. Ed. Paris T. 4, p. 284. Vedi la dotta Dissert. de Veterum quorumd. Christianor. nominibus del Ch. Padre Passini. Venet. 1772 ed il Gaetano 2. II. Quaest. 86. Art. 1.
  3. Baron., in Annotat. ad Martyrolog. R. ad d. 2. Febr., Annal. ad Ann. 45. p. 273. Venet. Ed. 1705.
  4. Middleton inclina a credere con lo Spencero, che le Cerimonie Giudaiche gran tempo prima fossero usate dagli Egiziani. In tale ipotesi, il culto del popolo prediletto da Dio