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gnizione dei vantaggi durevoli, che si possono ottenere per mezzo d’un uso moderato della conquista, e sopra un giusto timore, che la desolazione, che si cagiona al paese nemico, possa esercitarsi a vicenda sul proprio. Ma tali considerazioni di speranza e di timore sono quasi ignote nello stato delle nazioni pastorali. Gli Unni d’Attila possono senza ingiustizia paragonarsi a’ Mogolli ed ai Tartari, avanti che i primitivi loro costumi fosser cangiati dalla religione e dal lusso; e la prova dell’Istoria Orientale può spargere qualche lume su’ brevi ed imperfetti annali di Roma. Dopo che i Mogolli ebbero soggiogate le Province settentrionali della China, fu seriamente proposto, non già nel tempo della vittoria e della passione, ma in un tranquillo Consiglio adunato per deliberare, d’esterminar tutti gli abitanti di quella popolata regione per potere convenire il terreno vacante in pascolo pei bestiami. La fermezza d’un Mandarino Chinese1, che insinuò alcuni principj di ragionevol politica nella mente di Gengis, lo distolse dall’esecuzione di tale orribil disegno. Ma nelle città dell’Asia, che si presero da’ Mogolli, fu esercitato l’inumano abuso de’ diritti della guerra con una forma regolare di disciplina, che con ugual ragione, quantunque senza

  1. Ei rappresentò all’Imperator de’ Mogolli, che le quattro Province (Petheli, Chantong, Chansi e Leaotong) che già possedeva, potevan rendere annualmente, sotto una dolce amministrazione, cinquecentomila once d’argento, 400,000 misure di riso e 800,000 pezze di seta. Gaubil Hist. de la Dynast. des Mongous p. 58, 59. Yelutchousay (così chiamavasi il Mandarino) era un saggio e virtuoso Ministro, che salvò la sua patria, e ne incivilì i conquistatori. Vedi p. 102, 103.