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382 storia della decadenza

esse una volta erano state. Le tre grandi Capitali del Khorasan, Maru, Neisabur ed Herat, furon distrutte dalle armi di Gengis; e l’esatto calcolo, che fu fatto degli uccisi montò a quattro milioni trecento quarantasettemila persone1. Timur, o Tamerlano fu educato in un secolo meno barbaro, e nella professione della religione Maomettana: pure se Attila uguagliò le ostili devastazioni di Tamerlano2, tanto il Tartaro, quanto l’Unno potrebbero meritare ugualmente l’epiteto di flagello di Dio3.

Si può asserire, con maggior sicurezza, che gli Unni spopolassero le Province dell’Impero pel numero de’ sudditi Romani, che condussero in ischiavitù.

  1. A Maru 1,300000; ad Herat 1,600000; a Neisabour 1,747000. D’Herbelot, Biblioth. Orient. p. 380, 38l. Io mi servo dell’ortografia delle carte di Danville. Bisogna confessare però, che i Persiani eran disposti ad esagerar le loro perdite, ed i Mogolli a magnificare le loro imprese.
  2. Chereffeddin Ali, suo servile panegirista, ci somministrerebbe degli esempi altrettanto orribili. Nel suo campo avanti Delhi Timur trucidò 100,000 prigionieri Indiani, che avevano sorriso, quando fu alle viste l’armata de’ lor nazionali, Hist. de Timur Bec. Tom. III, p. 90. Il popolo d’Ispahan somministrò 70,000 teschi umani per la costruzione di varie alte torri (Id. Tom. I, p. 434). Un simile tributo fu levato in occasione della rivolta di Bagdad (T. III, p. 370); e l’esatto numero, che Chereffeddin non potè sapere dai propri Ufiziali, si fissa da un altro Istorico (Alimed Arabsiada Tom. II, pag. 175 Vedi Manger) a 90,000 teste.
  3. Gli antichi Giornandes, Prisco ec. non fanno menzione di quest’epiteto. I moderni Ungheri hanno immaginato, che fosse dato ad Attila da un eremita della Gallia, e ch’ei si dilettava d’inserirlo fra’ titoli della sua real dignità. Mascou IX. 25 e Tillemont, Hist. des Emper. Tom. VI, p. 143.