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384 storia della decadenza

versare in Latino, ch’era il militar idioma anche dell’Impero Orientale1. Ma sdegnavano il linguaggio e le scienze de’ Greci; ed il vano sofista o il grave filosofo, che aveva goduto il lusinghiero applauso delle scuole, trovavasi mortificato in vedere, che il robusto suo servo era uno schiavo di maggior valore ed importanza di lui medesimo. Le arti meccaniche venivano incoraggite e stimate, poichè tendevano a soddisfare i bisogni degli Unni. Fu impiegato un architetto, ch’era al servizio d’Onegesio, uno dei favoriti d’Attila, a costrurre un bagno; ma tal opera fu un raro esempio di lusso privato; e le professioni di fabbro, di legnaiuolo, d’artefice d’armi erano molto più adattate a fornire ad un Popolo vagabondo gl’istrumenti utili di pace e di guerra. Ma il merito del medico si ammetteva con universal favore e rispetto; i Barbari, che disprezzavano la morte, potevan temere la malattia; ed il superbo conquistatore tremava alla presenza d’uno schiavo, al quale attribuiva forse un immaginario potere di prolungare o di mantenere la sua vita2. Potevano gli Unni esser provocati ad insultar la miseria de’ loro schiavi, su’ quali esercitavano un dispotico dominio3; ma i loro costumi non erano

  1. Prisco p. 59. Pare che gli Unni preferissero la lingua Gotica e la Latina alla propria, ch’era probabilmente un duro e sterile idioma.
  2. Filippo di Comines, nell’ammirabile sua pittura degli ultimi momenti di Luigi XI. (memor. lib. VI, c. 12), rappresenta l’insolenza del suo medico, il quale, in cinque mesi, estorse 54,000 luigi ed un ricco Vescovato da quel fiero ed avaro tiranno.
  3. Prisco (p. 61), inalza l’equità delle leggi Romane, che difendevano la vita d’uno schiavo. Occidere solent