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398 storia della decadenza

che un campo accidentale, che mediante la lunga e frequente residenza d’Attila era divenuto appoco appoco un grosso villaggio, atto a ricevere la sua Corte, le truppe che lo seguitavano, e la varia moltitudine degli oziosi o attivi schiavi e domestici1. I bagni eretti da Onegesio erano il solo edifizio di pietra; se n’erano trasportati i materiali dalla Pannonia, e poichè il vicino paese era privo anche di grosso legname può supporsi, che le minori abitazioni del villaggio reale fossero formate di paglia, di terra o di grossa tela. Le case di legno dei più illustri fra gli Unni erano costrutte ed ornate con rozza magnificenza secondo il grado, le sostanze, o il gusto dei proprietarj. Sembra, che fossero disposte con qualche specie di ordine o di simetria, ed ogni luogo diveniva più onorevole a misura che più era vicino alla persona del Sovrano. Il Palazzo d’Attila, che avanzava tutte le altre case dei suoi Stati, era tutto fabbricato di legno, ed occupava un ampio spazio di terreno. L’esterno recinto chiudevasi da un’alta muraglia o palizzata di tavole piane squadrate, intersecata da alte torri fatte più per ornamento che per difesa. Questa muraglia, che pare circondasse il declive d’un colle, conteneva una gran quantità di edifizi di legno adattati

  1. Il real villaggio d’Attila si può paragonare alla città di Karacorum, residenza dei successori di Gengis; la quale, sebbene sembri, che fosse un’abitazione più stabile, pure non uguagliava la grandezza o lo splendore della città ed Abbazia di S. Dionigi nel secolo XIII. (Vedi Rubruquis nell’Istor. general. dei viaggi Tom. VII, p. 286). Il campo d’Aurengzebe, quale viene sì piacevolmente descritto da Bernier (Tom. II, p. 217, 235), mescolò i costumi della Scizia con la magnificenza ed il lusso dell’Indostan.