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472 storia della decadenza

città. Invece d’una sortita di gioventù Romana, uscì dalle porte una disarmata e venerabile processione del Vescovo alla testa del suo clero1. L’intrepido spirito di Leone, la sua autorità ed eloquenza mitigaron di nuovo la fierezza d’un Barbaro conquistatore; il Re de’ Vandali promise di risparmiare la moltitudine, che non avesse fatta resistenza, di non portar l’incendio alle fabbriche, e di liberare i prigionieri dalla tortura; e quantunque tali ordini non fossero seriamente mai dati, nè rigorosamente eseguiti, la mediazione di Leone fu gloriosa per esso, ed in qualche modo giovevole alla Patria. Ma Roma ed i suoi abitanti furono abbandonati alla licenza de’ Vandali, e de’ Mori, le cieche passioni de’ quali vendicarono le ingiurie di Cartagine. Il sacco durò quattordici giorni e quattordici notti; e tutto ciò, che vi rimaneva di pubblica o privata ricchezza, di tesori sacri o profani, fu diligentemente trasportato alle navi di Genserico. Fra le altre spoglie, le splendide reliquie di due tempj, o piuttosto di due religioni, mostrarono un memorabil esempio delle vicende delle cose umane e divine. Dopo l’abolizione del Paganesimo, si era profanato ed abbandonato il Campidoglio; pure tuttavia si rispettavano le statue degli Dei e degli Eroi, ed il curioso tetto di bronzo dorato riservavasi alle mani rapaci di Genserico2. I

  1. L’apparente successo del Papa Leone può giustificarsi per mezzo di Prospero, e dell’Istoria Miscellanea; ma la improbabile idea del Baronio (an. 455. n. 13) che Genserico risparmiasse le tre chiese Apostoliche, non è sostenuta neppur dalla dubbiosa testimonianza del Libro Pontificale.
  2. La profusione di Catulo, che fu il primo a dorare il tetto del Campidoglio, non fu generalmente approvata (Plin., Hist. Nat. XXXIII. 18), ma essa fu di gran lunga superata