Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/494

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suoi antecessori, che regnato avevano sopra i Romani1„. Tale testimonianza può almeno giustificare il panegirico di Sidonio; e noi possiamo assicurarci, che sebbene l’ossequioso oratore avrebbe adulato con uguale zelo il Principe anche più indegno; pure in quest’occasione il merito straordinario del suo Eroe lo fece restar dentro i limiti della verità2. Maioriano traeva il suo nome dall’avo materno, che sotto il regno di Teodosio il Grande avea comandato le truppe della frontiera Illirica. Ei diede la sua figlia per moglie al padre di Maioriano, rispettabile ufiziale, che amministrava le rendite della Gallia con abilità e giustizia, e generosamente preferì l’amicizia d’Ezio alle seducenti offerte d’una Corte insidiosa. Il futuro Imperatore suo figlio, che fu educato nella professione delle armi, dimostrò dalla prima sua gioventù un intrepido coraggio, un prematuro sapere, ed una liberalità illimitata in una tenue fortuna. Seguitò le bandiere d’Ezio, contribuì a’ suoi successi, partecipò, e talvolta ecclissò la sua gloria, ed eccitò finalmente la gelosia del Patrizio, o piuttosto della sua moglie, che

  1. Le parole di Procopio meritano d’esser trascritte: ουτος γαρ ο Μαιοριανος ξυμπαντας του πωποτε Ρωμαιων βεβασιλευκοτας υπεραιρων αρετη πασι; e quindi ανηρ τα μεν εις τους υπηκοους μετριος γεγονως φοβεφος δε τα ες τους πολεμιους (De Bell. Vandal. l. 1. c. 7. p. 194) breve ma piena definizione della virtù reale.
  2. Quel Panegirico fu pronunziato a Lione avanti la fine dell’anno 458 mentre l’Imperatore era tuttavia console. Esso contiene più artifizio che genio, e più fatica che arte. Gli ornamenti son falsi o triviali; l’espressione debole e prolissa; e Sidonio manca dell’abilità di porre il soggetto principale in un aspetto luminoso, e distinto. La vita privata di Maioriano occupa circa 200 versi, 107-305.