Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/495

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dell'impero romano cap. xxxvi. 489

lo costrinse a ritirarsi dalla milizia1. Dopo la morte d’Ezio, Maioriano fu richiamato e promosso; e l’intima sua connessione col Conte Ricimero, fu l’immediato passo, che lo fece salire sul trono dell’Impero occidentale. Nella vacanza, che successe alla deposizione d’Avito, l’ambizioso Barbaro, la cui nascita l’escludeva dall’Imperial dignità, governò l’Italia col titolo di Patrizio; diede all’amico il cospicuo posto di Generale della cavalleria e dell’infanteria; e dopo lo spazio di alcuni mesi, acconsentì all’unanime desiderio de’ Romani, de’ quali erasi Maioriano conciliato il favore, mediante una recente vittoria riportata contro gli Alemanni2. Fu esso investito della porpora a Ravenna; e la lettera, che indirizzò al Senato, è la più acconcia ad esprimere la sua situazione ed i suoi sentimenti: „La vostra elezione, Padri conscritti, e l’ordine dell’esercito più valoroso mi hanno creato vostro Imperatore3. La Divinità propizia diriga e favorisca i consigli ed i successi della

  1. Ella ne chiese l’immediata morte, e fu appena contenta della sua disgrazia. Parrebbe, che Ezio, ugualmente che Belisario, e Marlborough, fosse governato dalla propria moglie, la fervente pietà della quale, quantunque capace d’operar miracoli (Gregor. Turon. l. II. c. 7. p. 162), pure non era incompatibile co’ bassi e sanguinari disegni.
  2. Gli Alemanni avevan passato le alpi Rezie, e furono disfatti ne’ Campi Canini, o nella vallata di Bellinzona, per cui scorre il Ticino nella sua discesa dal monte Adula al lago Maggiore (Cluver., Ital. antiq. Tom. 1. pag. 100, 101). Questa vantata vittoria su novecento Barbari (Paneg. Maior. 373. etc.) dimostra l’estrema debolezza dell’Italia.
  3. Imperatorem me factum P. C. electionis vestrae arbitrio, et fortissimi exercitus ordinatione agnoscite (Novell.