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dell'impero romano cap. xxxvi. 537

Borgognoni. Nel medesimo anno uscirono dal teatro tutti i principali attori di questa grande rivoluzione; e tutto il regno d’Olibrio, di cui la morte non dimostra verun sintomo di violenza, riducesi allo spazio di sette mesi. Lasciò egli una figlia nata dal suo matrimonio con Placidia, e la famiglia del Gran Teodosio trapiantata dalla Spagna in Costantinopoli si propagò nella linea femminina fino all’ottava generazione1.

[A. 472-475] Mentre il trono vacante d’Italia era in arbitrio dei Barbari, che non conoscevano alcuna legge2, nel Consiglio di Leone seriamente si trattava dell’elezione d’un nuovo Collega. L’Imperatrice Verina, cercando di promuovere la grandezza della propria famiglia, aveva dato per moglie una delle sue nipoti a Giulio Nipote che successe a Marcellino, suo zio, nella sovranità della Dalmazia, patrimonio più solido che il titolo, ch’esso fu indotto ad accettare, d’Imperatore dell’Occidente. Ma i passi della Corte Bizantina furono sì languidi ed irresoluti, che passaron più mesi dopo la morte d’Antemio, ed anche dopo quella d’Olibrio, prima che il successore, ad essi destinato, potesse mostrarsi con una rispettabile forza agl’Italiani suoi sud-

  1. Vedi Ducange, I p. 74, 75. Arcobindo, che sembra sposasse la nipote dell’Imperator Giustiniano, fu l’ottavo discendente di Teodosio il Vecchio.
  2. Le ultime rivoluzioni dell’Impero occidentale si trovano leggiermente indicate presso Teofane (p. 102), Giornandes (c. 45. p. 679), la Cronica di Marcellino, ed i Frammenti d’uno scrittore anonimo pubblicato dal Valesio al fine d’Ammiano (p. 716, 717). Se Fozio non fosse stato sì miserabilmente conciso, potremmo trarne molte notizie dalle storie contemporanee di Malco, e di Candido. (Vedi i suoi Estratti p. 172, 179).