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dell'impero romano cap. xxxviii. 155

cidentale dell’Armorica prese i nuovi nomi di Cornovaglia, e di Brettagna minore; e le terre vacanti degli Osismi furon’occupate da un Popolo straniero, che sotto la condotta de’ propri Conti e Vescovi conservò le leggi ed il linguaggio de’ suoi maggiori. I Brettoni dell’Armorica negarono, a deboli discendenti di Clodoveo e di Carlo Magno il solito tributo, soggiogarono le vicine diocesi di Vannes, di Rennes, e di Nantes, e formarono un potente, quantunque soggetto, Stato, che poi si è riunito alla corona di Francia1. In un secolo di perpetua, o almeno d’implacabile guerra si dovè esercitar molto coraggio, e qualche abilità nella difesa della Brettagna. Pure non ci dee molto dispiacere, se la memoria de’ suoi campioni è quasi sepolta nell’oblivione; poichè ogni secolo, per

    certe declamazioni di Gilda (alii transmarinas petebant regiones c. 25 p. 8) posson dar motivo a fissare un’emigrazione verso la metà del quinto secolo. Prima di quella epoca i Brettoni dell’Armorica non si trovano, che ne’ romanzi; e mi fa maraviglia, che il Whitaker (Genuina Istor. de’ Brettoni p. 214, 221) abbia sì fedelmente copiato la grossolana ignoranza di Carte, di cui ha sì rigorosamente gastigato gli errori più leggieri.

  1. Le antichità di Brettagna, che sono state soggetto anche di controversie politiche, si sono illustrate da Adriano Valesio (Notitia Galliar. sub voce Britannia Cismarina p. 98, 100), dal Da Anville (Notice de l’ancienne Gaule, Corisopiti, Curiosolites, Osismii, Vergavium p. 248, 258, 308, 720 ed Etats de l’Europ. p. 76, 80), da Longuerue (Descript. de la France Tom. I p. 84, 94), e dall’Abbate Vertot (Hist. crit. de l’Etablissem. des Bretons dans les Gaules 2 Vol. in 12 Paris 1720). Io non posso avere che il merito d’esaminare le prove originali, ch’essi hanno prodotte.