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156 storia della decadenza

quanto sia privo di scienza o di virtù, abbonda sufficientemente di azioni sanguinose, e di gloria militare, Fu eretta sul margine del lido del mare la tomba di Vertimero, figlio di Vertigerno, come un termine formidabile per li Sassoni, ch’egli avea vinto tre volte ne’ campi di Kent. Ambrogio Aureliano era disceso da una famiglia nobile di Romani1; la sua modestia ne uguagliava il valore, ed il suo valore, fino all’ultima di lui fatale azione2, fu coronato di splendidi successi. Ma ogni altro Britannico nome vien ecclissato dall’illustre nome d’Arturo3, Principe ereditario de’ Siluri nella parte meridionale di Galles, e Re o Generale elettivo della nazione. Secondo la narrazione più ragionevole, egli disfece in dodici successive battaglie gli Angli del settentrione, ed i Sassoni dell’oc-

  1. Beda, che nella sua cronica (p. 28) pone Ambrogio sotto il regno di Zenone (an. 474, 491) osserva, che i suoi maggiori erano stati purpura induti, lo che egli spiega nella sua storia Ecclesiastica colle parole regium nomen et insigne ferentibus (L. I c. 16 p. 53). L’espressione di Nennio (c. 44 p. 110 Edit. Gale) è vieppiù singolare: Unus de consulibus Gentis Romanicae est pater meus.
  2. Per unanime, quantunque dubbiosa, congettura dei nostri Antiquari, Ambrogio si confonde con Natanleod, che perdè la vita l’anno 508 insieme con cinquemila de’ suoi sudditi in una battaglia contro Cerdic, Sassone occidentale (Chron. Saxon. p. 17, 18).
  3. Siccome non mi son noti i Bardi di Galles Myrdhiu, Llomarch, e Taliessin, la mia fede intorno all’esistenza, ed imprese d’Arturo posa principalmente sulla testimonianza semplice e circostanziata di Nennio (Hist. Brit. c. 62, 63 p. 114). Il Whitaker (Istor. di Manchester Vol. 2 p. 31, 71) ha fatto una interessante, ed anche probabile descrizione delle guerre d’Arturo; quantunque sia impossibile d’accordare la verità della Tavola rotonda.