Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/187

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xxxviii. 181

trebbero anche confederarsi fra loro per la comune salvezza. Quand’anche i vittoriosi Barbari portassero la schiavitù e la desolazione fino all’Oceano Atlantico, diecimila navi trasporterebbero gli avanzi della società civilizzata fuori del loro potere; e l’Europa risorgerebbe, e fiorirebbe nell’America, ch’è già piena delle colonie e degl’istituti di essi1.

III. Il freddo, la povertà ed una vita piena di pericoli e di fatiche invigorisce la forza ed il coraggio de’ Barbari. In ogni tempo essi hanno oppresse le culte e pacifiche nazioni della China, dell’India, e della Persia, che hanno trascurato, e tuttavia trascurano di contrabbilanciare queste loro naturali forze mediante l’arte militare. Gli Stati bellicosi dell’antichità come della Grecia, di Macedonia e di Roma, educavano una progenie di soldati: n’esercitavano i corpi, ne disciplinavano il coraggio, ne moltiplicavan le forze per mezzo di regolari evoluzioni, e convenivano il ferro, che possedevano, in forti ed utili armi. Ma questa superiorità insensibilmente decadde insieme con le leggi ed i costumi loro; e la debole politica di Costantino, e de’ suoi successori, armò ed istruì, per la rovina dell’Impero, il rozzo valore de’ Barbari mercenari. L’arte militare si è cangiata per l’invenzion della polvere che abilita l’uomo a dominare i due più forti agenti della natura, l’aria ed il fuoco. Si sono

  1. L’America ora contiene circa sei milioni di persone di sangue, o d’origine Europea; ed il loro numero almeno nel settentrione continuamente cresce. Qualunque sia il cangiamento della politica loro situazione, dovranno sempre conservare i costumi d’Europa; e possiam riflettere con qualche soddisfazione, che la lingua inglese sarà probabilmente diffusa in un immenso e popolato continente.