Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/199

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il che viene con gran forza dimostrato da Tertulliano contro Prassea. Se così fosse, il discorso di Gesù Cristo sarebbe assurdo e insensato, allorchè dice, che egli procede dal Padre; che il Padre l’ha mandato; che il Padre e lui non sono che una sostanza. Sarebbe lo stesso che dire: Io procedo da me; io ho mandato me stesso; io ed io siamo una sola sostanza. Non può dunque darsi a queste parole altro senso, se non dicendo, che Gesù Cristo è una Persona distinta dal Padre, benchè sia il medesimo Dio. La sua autorità basta per farci credere, ch’ella è così, quantunque non possiamo comprenderne il come.

Il Figlio, essendo Dio, deve esser perfettamente eguale, e perfettamente simile al Padre, e ciò è stato provato contro gli Arriani: altrimenti sarebbero due Dei: un grande e un piccolo: e questo non sarebbe in effetto se non se una creatura, quantunque, perfetta voglia supporsi, e sempre inferiore a quella, che ci dà la Scrittura del figlio di Dio. Contro i Macedoniani1, che ammettevano la Divinità del Figlio, e negavano quella dello Spirito Santo, è stato mostrato, che lo Spirito Santo procede dal Padre, ed è mandato dal Padre egualmente che il Figlio; ma che egli è persona distinta dal Figlio, poichè in nessun luogo si dice, ch’Egli sia Figlio, o che sia generato. Egli è pur nominato nella forma del battesimo: andate, battezzate in nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Dunque questo è una terza Persona, ma il medesimo Dio.

In tal guisa i Padri hanno provato il Mistero della Trinità. Non con ragioni filosofiche, ma coll’autorità

  1. Ist. l. XIV n. 31 Athan. ad Serap.