Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/202

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e sono tuttavia persuaso, che quest’apparente ostentazione si sarebbe più che compensata dall’utilità reale di essa. Che se ho rinunziato a tale idea, se ho evitato un’impresa, che ha incontrato l’approvazione di un Maestro dell’arte1, io posso trovar la mia scusa nell’estrema difficoltà di assegnare una giusta misura ad un catalogo di questa sorta. Una semplice lista de’ nomi e dell’edizione non avrebbe soddisfatto nè me stesso, nè i miei Lettori; i caratteri de’ principali scrittori dell’Istoria Romana e Bizantina si sono annessi opportunamente ai fatti, ch’essi descrivono; ed una ricerca più copiosa e più critica, quale in vero meriterebbero, avrebbe richiesto un elaborato volume, che appoco appoco sarebbe divenuto una general biblioteca d’Istorici. Per ora dunque mi contenterò di rinnovar le mie serie proteste, che ho procurato sempre di attignere dalle prime sorgenti; che la mia curiosità, non meno che un sentimento di dovere, mi ha sempre stimolato a studiare gli originali; e che se qualche volta ciò non mi è riuscito, ho esattamente notato quella secondaria testimonianza, dall’autorità di cui dipendeva il passo o l’avvenimento, di che si trattava.

Io presto rivedrò le rive del lago di Losanna, paese a me noto e caro fin dalla mia prima gioventù. Sotto un Governo dolce, in un’amena regione, in una vita d’ozio e d’indipendenza, ed in mezzo a un Popolo di costumi facili ed eleganti, ho goduto, e posso tuttavia sperar di godere, i variati piaceri del ritiro e della società. Ma io mi glorierò sempre del nome e

  1. Vedi la Prefazione del Dott. Robertson alla sua Storia d’America.