Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/203

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del carattere d’Inglese: sono altero della mia nascita in un paese libero ed illuminato, e l’approvazione di esso è il migliore e più onorevole premio delle mie fatiche. Se ambissi altro patrocinio, che quello del Pubblico, dedicherei quest’Opera ad un Ministro di Stato, che in una lunga, procellosa, ed alla fine infelice amministrazione ebbe molti politici contraddittori, senza quasi un nemico personale; che nel cadere dalla potenza ha conservato molti amici fedeli e disinteressati; e che oppresso da una dura infermità gode il pieno vigore della sua mente, e la felicità dell’incomparabile suo naturale. Lord North mi permetterà d’esprimere nel linguaggio della verità i sentimenti dell’amicizia: ma sì la verità, che l’amicizia tacerebbero, s’ei dispensasse ancora i favori della Corona.

In una remota solitudine può la vanità pur sussurrarmi all’orecchio, che i miei Lettori forse dimanderanno, se giunto al fine di quest’Opera, io do loro un perpetuo addio. Dirò tutto quello, che so io medesimo, e che potrei confidare al più intimo de’ miei amici: presentemente hanno ugual peso i motivi tanto d’agire, quanto di restare in quiete, nè consultando i miei più segreti pensieri, posso decidere da qual parte sia per preponderar la bilancia. Io non posso dissimulare, che sei gran tomi in quarto debbono aver esercitato, e possono aver esaurito l’indulgenza del Pubblico; che nel reiterare simili prove un Autore, che ha avuto un successo felice, corre molto più il rischio di perdere, di quel che possa sperare di guadagnare; che io vado presentemente a declinare negli anni; e che i più rispettabili fra’ miei Nazionali, quegli che io desidero d’imitare, giunti presso a poco al medesimo periodo della lor vita, han tralasciato