Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/210

Da Wikisource.
204 storia della decadenza

accettarono un donativo di terre e di denaro; e fu loro confidata la difesa del basso Danubio sotto il comando di Teodorico, il quale dopo la morte di suo padre successe al trono ereditario degli Amali1.

[A. 474-491] Un Eroe, proveniente da una stirpe di Regi, dovea disprezzare quel basso Isauro, che fu investito della porpora Romana senz’alcuna dote di spirito o di corpo, e senz’alcuna prerogativa di nascita Reale, o di sublimi qualità. Mancata la linea di Teodosio, potè in qualche modo giustificarsi la scelta di Pulcheria e del Senato da’ caratteri di Marciano e di Leone; ma quest’ultimo stabilì e disonorò il suo Regno mediante la perfida uccisione d’Aspar e de’ suoi figli, che troppo a rigore esigevano il debito della gratitudine e dell’ubbidienza. L’eredità di Leone e dell’Oriente passò pacificamente nel piccolo di lui nipote, figlio d’Ariadne sua figlia; ed il fortunato Isauro Trascalisseo di lei marito, mutò quel barbaro suono nel Greco nome di Zenone. Dopo la morte del vecchio Leone, s’accostò egli con rispetto non naturale al trono del proprio figlio, umilmente ricevè, come un dono il secondo posto nell’Impero, e tosto eccitò il pubblico sospetto sopra una subitanea ed immatura morte del giovine suo Collega, la vita del quale non poteva più oltre portare in alto la sua ambizione. Ma l’autorità donnesca regolava il suo Palazzo di Costantinopoli, e lo agitavano le femminili passioni: Verina, vedova di Leone, risguardando come suo proprio l’Impero, pro-

  1. Descrivono lo Stato degli Ostrogoti, ed i primi anni di Teodorico, Giornandes (c. 52, 56 p. 689, 696) e Malco (Excerpt. Legat. p. 78, 80) che lo chiama erroneamente figlio di Walamiro.