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anche delle armi da scagliare, ch’essi erano troppo inclinati a trascurare, ed i quotidiani esercizi, e le annue riviste della Cavalleria Gotica somministravano la viva immagine della guerra. Una ferma, quantunque blanda, disciplina li fece abituare alla modestia, all’ubbidienza, ed alla temperanza; ed i Goti impararono a risparmiare il Popolo, a rispettare le Leggi, a non trascurare i doveri della società civile, ed a disapprovare la barbara licenza del combattimento giudiciale e della vendetta privata1.

La vittoria di Teodorico aveva eccitato un generale allarme fra’ Barbari dell’Occidente. Ma quando videro, ch’ei, soddisfatto della conquista, desiderava la pace, il terrore si mutò in rispetto, ed essi accettarono una potente mediazione, che fu costantemente diretta agli ottimi oggetti di conciliare le lor dissensioni, e d’incivilirne i costumi2. Gli Ambasciatori che giungevano a Ravenna dai più distanti paesi d’Europa, ammiravano la sua saviezza, cortesia e magnificenza3; e se accettava talvolta degli schiavi o delle armi, dei

  1. Dalle Lettere di Cassiodoro si rileva il prospetto dello stabilimento militare de’ Goti in Italia. (Var. I. 24, 40 III. 3, 24, 48, IV. 13, 14, V. 26, 27, VIII. 3, 4, 25). E queste Lettere sono illustrate dall’erudito Mascou (Istor. dei Germani l. XI. 40-44. Annotaz. XIV).
  2. Vedasi la chiarezza ed il vigore delle sue negoziazioni presso Ennodio (p. 1607); e Cassiodoro (Var. III. 1, 2, 3, 4, IV. 13, V. 43, 44) espone il vario suo stile di amicizia, di consiglio, di domanda ec.
  3. Fino della tavola (Var. VI. 9) e del Palazzo (VII, 5). L’ammirazione degli stranieri si rappresenta come il motivo più ragionevole di giustificare queste vane spese, e di stimolar la diligenza de’ Ministri, a’ quali eran affidate quelle incombenze.