Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/235

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dell'impero romano cap. xxxix. 229

violenza de’ Conquistatori veniva abbattuta o delusa dal lento artifizio de’ processi giudiciali; ristringevasi agl’Italiani l’amministrazion civile co’ suoi onori ed emolumenti; ed il Popolo conservò sempre il proprio abito e linguaggio, le sue leggi e costumanze, la sua personal libertà, e due terzi delle proprie terre. L’oggetto d’Augusto era stato quello di nasconder l’introduzione della Monarchia; e la politica di Teodorico fu di mascherare il regno d’un Barbaro1. Se i suoi sudditi talvolta si risvegliaron da questa piacevol visione di un Governo romano, trassero un conforto più sostanziale dal carattere di un Principe Goto, che aveva penetrazione per discernere, e fermezza per procurare il proprio ed il pubblico interesse. Teodorico amava le virtù ch’ei possedeva, ed i talenti de’ quali mancava. Liberio fu promosso all’ufizio di Prefetto del Pretorio per l’incorrotta sua fedeltà nell’infelice causa d’Odoacre. I Ministri di Teodorico, Cassiodoro2 e Boe-

  1. Vedi l’Istoria Gotica di Procopio (lib. I c. I lib. II c. 6), l’Epistole di Cassiodoro (passim, ma specialmente i libri V e VI che contengono le formole o Patenti degli Ufizi), e la Storia Civile del Giannone (Tom. I lib. II, III). I Conti Gotici per altro, ch’ei pone in ogni città d’Italia, si distruggono dal Maffei (Verona illustrata P. I lib. 8 p. 227), giacchè quelli di Siracusa e di Napoli (Var. VI 22, 23) appartengono a commissioni speciali e temporanee.
  2. Furono l’uno dopo l’altro impiegati al servizio di Teodorico due Italiani, che avevano il nome di Cassiodoro, il padre (Var. I 24, 40) ed il figlio (IX 24, 25). Il figlio era nato l’anno 479. Le varie Lettere, ch’egli scrisse come Questore, come Maestro degli Ufizi, e come Prefetto del Pretorio, dall’anno 509 al 539 e visse da monaco circa trent’anni (Tiraboschi, Stor. della Lett. Ital. T. III p. 7, 24. Fabricio, Bibliot. Lat. med. aev. Tom. I p. 357, 358. Edit. Mansi).