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228 storia della decadenza

solo ed indiviso Impero, e pretendeva sopra i Re della Terra quella stessa preeminenza, ch’ei modestamente accordava alla persona o al posto d’Anastasio. Dichiaravasi ogni anno l’unione dell’Oriente coll’Occidente, mediante l’unanime scelta de’ due Consoli; ma sembra che il Candidato italiano, ch’era nominato da Teodorico, ricevesse una formale conferma dal Sovrano di Costantinopoli1. Il palazzo gotico di Ravenna presentava l’immagine della Corte di Teodosio o di Valentiniano. Vi continuavano sempre ad agire da Ministri di Stato il Prefetto del Pretorio, il Prefetto di Roma, il Questore, il Maestro degli Ufizi co’ Tesorieri pubblici e patrimoniali, le funzioni de’ quali vengon dipinte con vistosi colori dalla rettorica di Cassiodoro. E la subornata amministrazione della giustizia e delle rendite era delegata a sette Consolari, e tre Correttori, ed a cinque Presidenti, che governavano le quindici Regioni d’Italia secondo i principj, e fino con le formalità della Giurisprudenza Romana2. La

  1. Si rappresenta, l’alleanza dell’Imperatore e del Re d’Italia da Cassiodoro (Var. I l. 1I 12, 3. VI 1), e da Procopio (Goth. l. II c. 6 l. III c. 21), che celebrano la amicizia d’Anastasio con Teodorico; ma il figurato stile di complimento veniva interpretato in un senso molto differente a Costantinopoli ed a Ravenna.
  2. Alle diciassette Province della Notizia Paolo Warnefrido Diacono (De reb. Longobard. l. II c. 14, 22) aggiunse la XVIII dell’Appennino (Muratori, Scriptor. Rer. Italicar. Tom. I p. 431, 433). Ma di queste la Sardegna e la Corsica si possedevano da’ Vandali, e le due Rezie, ugualmente che le Alpi Cozie, pare che fossero abbandonate ad un Governo militare. Giannone ha lavorato (Tom. I p. 172, 178) con patriottica diligenza sopra lo stato delle quattro Province, che ora formano il regno di Napoli.