Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/237

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dell'impero romano cap. xxxix. 231

dulgente Goto o tollerava pazientemente, o dolcemente frenava le fazioni Azzurra e Verde, le contese delle quali empievano sì spesso il Circo di grida, ed anche di sangue1. Nel settimo anno del pacifico suo regno Teodorico visitò la vecchia capitale del Mondo; il Senato ed il Popolo in una solenne processione avanzossi a salutare il secondo Traiano, il nuovo Valentiniano, ed ei nobilmente sostenne questo carattere, assicurandoli d’un giusto e legittimo Governo2 in un discorso che non ebbe timore di pronunziare in pubblico e di fare incidere in una tavola di rame. In quest’augusta ceremonia Roma fece risplendere un ultimo raggio della decadente sua gloria: ed un Santo, che fu spettatore di quel pomposo spettacolo, potè solo sperare, nella pia sua fantasia, che fosse superato dal celeste splendore della nuova Gerusalemme3. Nella dimora, che vi fece di sei mesi, la fama, la persona, ed il cortese contegno del Re Goto eccitarono l’ammirazion de’ Romani, ed ei contemplò con ugual curiosità e sorpresa i monumenti ch’erano restati dell’antica loro grandezza. Impresse le vestigia di un conquistatore sul colle del Campidoglio, e fran-

  1. Si veda il riguardo e l’indulgenza ch’ebbe per gli spettacoli del Circo, del Teatro e dell’Anfiteatro, nella Cronica e nell’Epistole di Cassiodoro (Var. I 20, 27, 30, 31, 32. III 51. IV 51 illustrate dall’annotaz. 14 dell’Istoria di Mascou), che ha tentato di spargere su questa materia una ostentata, quantunque piacevol erudizione.
  2. Anon. Vales. p. 721. Mario Aventicense in Chron. Nella bilancia del merito pubblico e personale, il Conquistatore Gotico è per lo meno tanto superiore a Valentiniano, quanto può sembrare inferior di Traiano.
  3. Vit. Fulgentii in Baron., Annal. Eccl. A. D. 500 n. 10.