Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/245

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dell'impero romano cap. xxxix. 239

da ogni giudizio1. Allorchè dunque la Cattedra di S. Pietro si disputava tra Simmaco e Lorenzo, essendo egli giudice, i medesimi comparvero al Tribunale d’un Re Arriano, ed esso confermò l’elezione del candidato più degno o più ossequioso. Verso il fine della sua vita, in un momento di gelosia e di sdegno, prevenne la scelta de’ Romani, nominando egli un Papa nel Palazzo di Ravenna. Frenò dolcemente il pericolo e le furiose conquiste d’uno scisma, e diede vigore all’ultimo decreto del Senato per estinguere, s’era possibile, la scandalosa venalità dell’Elezioni Pontificie2.

Io mi sono esteso con piacere sopra la felice condizione dell’Italia; ma non dobbiamo per questo addirittura immaginarci che sotto la conquista de’ Goti si realizzasse l’età dell’oro de’ Poeti, o vi esistesse una razza di uomini senza vizi o miserie. Questo bel prospetto venne talvolta oscurato da qualche nube; potè ingannarsi la saviezza di Teodorico, il suo potere trovar della resistenza, e fu macchiata la cadente età del Monarca dall’odio popolare, e dal sangue Patrizio. Nella prima insolenza della vittoria egli aveva tentato di spogliare tutto il partito d’Odoacre de’ ci-

  1. Ennodio p. 1621, 1622, 1636, 1638. Il suo libello fu (synodaliter) approvato, e registrato da un Concilio Romano (Baron. an. 503 n. 6. Franc. Pagi in Breviar. Pontif. Rom. Tom. I p. 242).
  2. Vedi Cassiodoro (Var. VIII 15. IX 15, 16), Anastasio (in Symmacho p. 31) e l’annotazione XVII di Mascovio. Il Baronio, il Pagi, e la maggior parte de’ Dottori Cattolici confessano con meste querele questa Gotica usurpazione.