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vili e fino de’ naturali diritti della Società1; una tassa, inopportunamente imposta dopo le calamità della guerra, avrebbe distrutto l’agricoltura nascente della Liguria, ed una rigorosa preferenza nella compra del grano, ch’era destinato al pubblico sollievo, aggravar doveva le angustie della Campania. Svanirono, è vero, questi pericolosi progetti mediante la virtù e l’eloquenza d’Epifanio e di Boezio, che alla presenza di Teodorico medesimo difesero con buon esito la causa del Popolo2; ma sebbene l’orecchio Reale fosse aperto alla voce della verità, non posson sempre trovarsi un Santo e un Filosofo all’orecchio de’ Re. Troppo spesso la frode Italiana, e la violenza Gotica s’abusavano dei privilegi del grado, dell’impiego, o del favore, e fu esposta agli occhi del pubblico l’avarizia del nipote del Re, prima per mezzo dell’usurpazione, e poi della restituzion de’ dominj, ch’esso aveva estorto ingiustamente da’ Toscani di lui vicini. Erano stanziati nel cuor dell’Italia dugentomila Barbari, formidabili anche allo stesso loro Signore; sdegnavano essi di soffrire i freni della pace e della disciplina; sempre si sentivano i disordini della loro con-

  1. Ei li privò = licentia testandi =, e si attristò tutta l’Italia = lamentabili Justitio = Io vorrei persuadermi, che queste pene si fossero stabilite contro i ribelli, che avevano violato il loro giuramento di fedeltà, ma la testimonianza d’Ennodio (p. 1675, 1678) è sommamente grave per la circostanza ch’ei visse e morì sotto il regno di Teodorico.
  2. Ennodio in vit. Epiphan. p. 1689, 1690. Boet., De Consolat. Philos. l. 1 pros. IV p. 45, 46, 47. Si rispettino, ma si pesino le passioni del Santo e del Senatore: e si confermino o si diminuiscano le loro querele, facendo uso de’ vari cenni di Cassiodoro (Var. II 8. IV 36. VIII 5).