Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/257

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dell'impero romano cap. xxxix. 251

rono e forse eccederono l'inumano comando di Teodorico. Fu legata una forte corda intorno al capo di Boezio, e stretta con tal forza, che quasi gli saltaron fuori gli occhi dalle lor cavità; e può riguardarsi come una specie di compassione il meno atroce tormento di batterlo con bastoni finnattantochè spirassenota. Ma soppravvisse il suo genio per ispargere un raggio di cognizione sopra i più tenebrosi tempi del Mondo Latino; il più glorioso fra i Re d'Inghilterra tradusse gli scritti del Filosofonota, e l'Imperatore Ottone III collocò in una tomba più onorevole le ossa d'un Santo cattolico, che dagli Arriani suoi persecutori aveva ricevuto l'onore del martirio, e la fama de' miracolinota 1 2 3

  1. L'esecuzione fu fatta in agro Calventiano (a Calvenzano fra Marignano e Pavia) Anon. Vales. p. 723 per ordine d'Eusebio Conte di Ticino o di Pavia. Il luogo della sua prigionia si chiama Battistero: edifizio e nome proprio delle Chiese Cattedrali; ed una perpetua tradizione l'attribuisce alla Chiesa di Pavia. Nell'anno 1584 tuttavia sussisteva la torre di Boezio, e se ne conserva ancora la pianta. (Tiraboschi Tom. III p. 47, 48).
  2. Vedi la Biografia Britannica, Alfredo, Tom. I p. 80 II Ediz. L'opera è più onorevole ancora, se fu eseguita sotto l'occhio illuminato d'Alfredo dagli estranei e domestici suoi Dottori. Intorno alla fama di Boezio nel medio Evo, si consulti Brucker (Hist. Crit. Philos. Tom. III p. 565, 566).
  3. L'Iscrizione posta sul nuovo di lui sepolcro, fu fatta dal precettore di Ottone III, il dotto Papa Silvestro II, il quale, come Boezio medesimo, era il profondo chiamato mago dall'ignoranza di que' tempi. Il Martire cattolico aveva portato per un considerabile tratto di strada la propria testa delle sue mani (Baron. an. 526 n. 17, 18). Ad una simil novella disse una volta una Signora a di mia conoscenza = La distance n'y fait rien: il n'y a que le primier pas qui coute.]
    1. La Signora Du Deffand, in occasione del miracolo di S. Dionigi.