Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/281

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dell'impero romano cap. xl. 275

gare, nell’opinione dei suoi contemporanei, dai vizi d’orgoglio, di avarizia e di crudeltà. Se però essa influì a calmare l’intollerante furore dell’Imperatore, il presente secolo accorderà qualche merito, alla sua religione, e molta indulgenza agli speculativi suoi errori1. Fu inserito il nome di Teodora con uguale onore in tutte le pie e caritatevoli fondazioni di Giustiniano, e può attribuirsi la più benefica istituzione del suo Regno alla simpatia dell’Imperatrice verso le sue meno fortunate sorelle, ch’erano state sedotte o costrette ad abbracciar la prostituzione. Un Palazzo, che era sulla parte Asiatica del Bosforo, fu convertito in un comodo e spazioso Monastero, e fu assegnato un generoso mantenimento a cinquecento donne che si erano raccolte dalle strade e da’ postriboli di Costantinopoli. In questo sicuro e santo ritiro, venivano esse condannate ad una perpetua clausura, e la disperazione di alcune, che si gettarono in mare, si perdeva nella gratitudine delle penitenti, ch’erano state salvate dalla colpa e dalla miseria mediante la generosa loro benefattrice2. Giustiniano medesimo celebra la prudenza di Teodora; e le sue Leggi si attribuiscono ai savi consigli della sua rispettabilissima moglie, ch’egli dice d’aver ricevuto come un dono

  1. Ludevig p. 161, 166. Io gli do fede per il caritatevole tentativo, sebbene egli non abbia molta carità nel suo carattere.
  2. Si paragonino gli Aneddoti (c. 17) con gli Edifizi (l. 1 c. 9). Quanto diversamente si può esporre il medesimo fatto! Gio. Malala (Tom. II p. 174, 175) osserva, che in questa o in altra simile occasione essa liberò e rivestì le ragazze, che aveva comprato da’ lupanari a cinque aurei l’una.