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284 storia della decadenza

[A. 532] L’odio, che avevan fra loro le due fazioni, e la loro momentanea riconciliazione suscitò un tumulto, che ridusse quasi Costantinopoli in cenere. Giustiniano celebrò nel quinto anno del suo Regno la solennità degl’Idi di Gennaio: furono i giuochi continuamente disturbati dal clamoroso malcontento de’ Verdi; fino alla ventesima seconda corsa l’Imperatore mantenne la tacita sua gravità; ma cedendo finalmente all’impazienza condiscese a tenere in brusca maniera, e mediante la voce d’un banditore il dialogo più singolare1 che mai si facesse fra un Principe ed i suoi sudditi. Le prime querele furono rispettose e modeste; accusarono essi i subordinati Ministri d’oppressione, ed espressero i lor desiderj per la lunga vita, e la vittoria dell’Imperatore. „Abbiate pazienza, e state attenti, o insolenti maledici, esclamò Giustiniano;, tacete Giudei, Samaritani e Manichei„. I Verdi tuttavia cercavano di risvegliar la sua compassione con queste voci: „Noi siamo poveri, siamo innocenti, siamo ingiuriati, non osiamo di andar per le strade: si usa una general persecuzione contro il nostro nome e colore. Moriamo, o Imperatore, ma moriamo per ordine vostro, ed in vostro servizio„. La rinnovazione però di parziali ed appassionate invettive degradò a’ loro occhi la maestà della porpora; negarono essi l’omaggio ad un Principe, che ricusava di render giustizia al suo Popolo; si dolsero che fosse nato

  1. Questo dialogo, che ci è stato conservato da Teofane, dà un saggio del linguaggio popolare, ugualmente che dei costumi di Costantinopoli nel VI secolo. Il Greco di quel tempo è mescolato con molte parole forestiere e barbare, delle quali, il Du-Cange non sempre sa trovare il significato, o l’etimologia.