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306 storia della decadenza

tribuiscono a motivi pessimi le azioni dubbiose; l’errore si confonde col delitto, l’accidente col disegno premeditato, e le Leggi con gli abusi; la parziale ingiustizia d’un momento si fa destramente passare per massima generale d’un regno di trentadue anni; si rende responsabile il solo Imperatore delle mancanze de’ suoi Ministri, de' disordini de’ tempi e della corruzion de’ suoi sudditi, e fino le calamità della natura, le pestilenze, i terremoti e le inondazioni, sono imputate al principe de’ demonj, che aveva fraudolentemente assunto la forma di Giustiniano1.

Premesso quest’avvertimento, riferirò in breve gli Aneddoti di avarizia e di rapina, riducendoli a’ seguenti capi: I. Giustiniano era così prodigo, che non poteva essere liberale. Gli Ufiziali civili e militari quando s’ammettevano al servizio del Palazzo, avevano un basso grado ed un moderato stipendio; s’avanzavano per via d’anzianità fino ad un grado d’abbondanza e di riposo; le annue loro pensioni, la più onorevole classe delle quali fu abolita da Giustiniano, ascendevano a quattrocentomila lire sterline; e questa domestica economia da’ venali o indigenti Cortigiani si deplorò come il maggiore oltraggio che potesse farsi alla maestà dell’Impero. I posti ed i salarj de’ Medici e le notturne illuminazioni eran oggetti di più generale importanza; e le Città potevano giustamente lagnarsi, ch’ei si usurpava l’entrate Municipali destinate a queste utili istituzioni. Si faceva torto perfino a’ soldati; e tal era la decadenza dello spirito militare, che questi torti si commettevano impunemente. L’Imperatore

  1. Gli Aneddoti (c. 11, 14, 18, 20, 30) somministrano molti fatti, e più querele.