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ze, che avevano accumulato per mezzo del commercio o del maneggio delle finanze, invitarono la pietosa avarizia de’ loro Signori; ed essi potevan’ opprimersi senza pericolo, giacchè avevan perduto l’uso, e fino le memoria delle armi. Sisebuto, Re Goto, che regnò al principio del settimo secolo, divenne in un tratto agli ultimi estremi della persecuzione1. Furon costretti a ricevere il sacramento del battesimo novantamila Ebrei; si confiscarono i beni degli ostinati infedeli, e ne furon tormentati i corpi; e sembra dubbioso, se fosse loro permesso d’abbandonare il nativo loro paese. L’eccessivo zelo del Re cattolico fu moderato fino dal Clero di Spagna, che solennemente pronunziò una sentenza contraddittoria, cioè che non dovessero darsi i sacramenti per forza; ma che gli Ebrei, ch’erano stati battezzati, fossero costretti, per onor della Chiesa, a perseverare nell’esterna pratica d’una religione, ch’essi non credevano, e detestavano. Le frequenti loro ricadute provocarono uno de’ successori di Sisebuto a bandire tutta la nazione da’ suoi Stati; ed un concilio di Toledo pubblicò un decreto, che ogni Re Goto dovesse giurare di mantenere questo salutevol editto. Ma i tiranni non volevano ab-

    della Tribù di Giuda, e diecimila della Tribù di Beniamino ec. Basnag., Hist. des Juifs. Tom. VII. c. 9. pag. 240, 256.

  1. Isidoro, ch’era in quel tempo Vescovo di Siviglia, fa menzione dello zelo di Sisebuto, lo disapprova, e se ne congratula (Chron. Goth. pag. 728). Il Baronio (an. 614. n. 41) assegna il numero de’ perseguitati sulla testimonianza d’Aimoino L. IV, c. 22; ma tal prova è debole, ed io non ho potuto verificar la citazione Istor. di Franc. T. III p. 127.