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16 storia della decadenza

ponessero un sistema di leggi eguali o di generale difesa. All’età od al valore essi compartivano un certo volontario rispetto; ma ogni tribù, ogni villaggio si reggeva come una repubblica separata, e conveniva che tutti fossero persuasi, laddove nessuno poteva esser forzato. Essi combattevano a piedi, quasi ignudi, e senza nessuna arma difensiva, tranne un disadatto scudo; avevano per armi di offesa un arco, un turcasso di piccole freccie avvelenate, ed una lunga corda, che destramente gettavano lontano, e colla quale stringevano il loro nemico in un nodo scorsoio. In campo l’infanteria schiavona riusciva pericolosa per l’ardore, l’agilità e l’audacia: essi nuotavano, tuffavansi e rimanevan sott’acqua, traendo il respiro per mezzo di una vuota canna; ed un fiume od un lago era spesso il teatro di un loro agguato improvvisto. Ma talenti eran questi da spie o da predatori; sconosciuta rimanea affatto l’arte militare agli Schiavoni; oscuro il lor nome, e senza gloria erano le loro conquiste1.

Ho debolmente segnati i lineamenti generali degli Schiavoni o dei Bulgari, senza tentare di definire i confini dei luoghi da essi abitati, che non erano accuratamente conosciuti nè rispettati dai Barbari stessi. La loro vicinanza all’Impero determinava l’importanza loro, e

  1. Quanto al nome, alla nazione, alla situazione ed a’ costumi degli Schiavoni, vedi le testimonianze originali del VI secolo in Procopio (Goth. l. 2 c. 26, l. 3 c. 14), e ciò che ne dice l’Imperatore Maurizio (Stratagemat. l. 2 c. 5 ap. Mascou, Annot. XXXI). Gli stratagemmi dell’Imperatore Maurizio non furono stampati, per quanto io sappia, che in fine alla Tattica di Arriano, edizione di Scheffer, in Upsala, 1664 (Fabr., Bibliot. Graec. l. 4 c. 8 t. 3 p. 278), libro raro e che non mi venne fatto di avere.