Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/307

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dell'impero romano cap. xlv. 303

della Chiesa; Tiberio ricevè genuflesso il diadema, e Giustino, il quale nel punto della sua abdicazione apparve più meritevole di regnare, volse al nuovo Monarca le seguenti parole: „Se tu il consenti, io vivo; se tu l’imponi, io muoio. Possa il Dio del Cielo e della terra infondere nel tuo cuore tutto ciò che io ho dimenticato o negletto!„ [A. D. 578] I quattro ultimi anni dell’Imperatore Giustino trapassarono in una tranquilla oscurità: la sua coscienza non era più tormentata dalla rimembranza di que’ doveri ch’egli non era atto ad adempiere; e la sua scelta venne giustificata dalla filial riverenza del riconoscente Tiberio.

[A. D. 578] Tiberio era tra’ Romani del suo tempo uno de’ più appariscenti per la sublime statura e l’avvenenza della persona. Fra le sue virtù1, la sua bellezza potè introdurlo al favor di Sofia; e la vedova di Giustino era persuasa ch’ella conserverebbe il suo posto ed il suo ascendente sotto il regno di un secondo e più giovane marito. Ma se l’ambizioso candidato erasi indotto a piaggiare e dissimulare, non era ormai più in sua balìa il corrispondere alle aspettative di lei o l’adempire le proprie promesse. Le fazioni dell’Ippodromo domandavano, con qualche impazienza, il nome della nuova loro Imperatrice; ma il popolo e Sofia furono presi da stupore sentendo a bandire il nome di Anastasia, secreta ma legittima moglie dell’imperatore Tiberio. Quanto alleviar poteva il dolore della delusa Sofia,

  1. Vedi, sul carattere ed il regno di Tiberio, Evagrio (l. V c. 13), Teofilatto (l. III c. 12 ecc.), Teofane (in Chron. p. 210-213), Zonara (t. II l. XIV p. 22), Cedreno (p. 392), Paolo Warnefrido (De gestis Longobard. l. III c. 11, 12). Il Diacono del Forum Julii pare che abbia avuto veramente cognizione di alcuni fatti curiosi ed autentici.